homeaboutcontact
 ProjectsImpacktExhibitionsExtraPress
 
 
 

 
 

 
 

 
 

 
 
 
PERMESSO DI SOGGIORNO    
 

Il design senza fissa dimora (fuorisalone Milano 2002)
Installazione realizzata presso la Galleria Luisa Delle Piane in occasione della presentazione del libro di Marco Senaldi "Il design senza permesso di soggiorno" 


...The way in a sort of ideal move, there is a moment when the packing cases, that contain the memory of familiar places, pile up in front of us awaiting a new location, similarly design, that has by now lost its capacity to provide objects with a permanent setting, turning them into stowaways of our daily lives, is trying to relocate elsewhere. The packs of popular design pieces, put on show in place of the objects themselves, allow us to look at design differently, aboveall to think design differently.


Come in un trasloco ideale dove c’è un momento in cui gli scatoloni, che racchiudono la memoria di luoghi familiari, si ammassano davanti a noi in attesa di una nuova collocazione, così il design, che ha ormai smarrito la capacità di dare un posto fisso agli oggetti trasformandoli in clandestini del vivere quotidiano, sta cercando di ricollocarsi altrove. Gli imballi di popolari pezzi di design, esposti al posto degli oggetti stessi, significano la possibilità di "guardare al design" in modo diverso, soprattutto di "pensare il design" in modo diverso.
L`installazione nella Galleria Luisa Delle Piane funge da supporto per la presentazione di un "oggetto teorico", il libro/saggio di Marco Senaldi: Permesso di Soggiorno - il Design senza fissa dimora, e intende mostrare, in senso metaforico, lo spostamento di senso del design dei nostri giorni e il suo valore come simulacro di sè stesso.

"In tutte le teorie sul design una cosa era certa, il fatto che il design si occupasse di oggetti. Anche quando si parlava di web design, di design delle interfacce o di design immateriale, ciò che si pensava fosse progettato era pur sempre un oggetto, anche se virtuale. E` arrivato il momento di dire che, invece, il design non riguarda gli oggetti, ma la Cosa di desiderio, il desiderio del soggetto. Con l`aria di disegnare innocenti artefatti, in verità il design plasma e riplasma non le cose là fuori, che possono piacerci oppure che possiamo detestare, ma l`essenza di noi stessi, la nostra stessa interiorità e in tal senso è davvero un interior design. Questa verità  nascosta del design è divenuta evidente grazie a quella strana generazione di cloni che sono le cosiddette riedizioni (cioè gli oggetti del design classico riproposti da alcune aziende nella loro forma originaria): ciò che viene così disegnato non è più l`oggetto in sé che resta tale e quale era stato progettato a suo tempo, ma la memoria del soggetto, il cui desiderio di entrare in possesso di un pezzo famoso è così forte da spingere il produttore a riproporlo, se non a ricrearlo. Il design di oggi deve dunque confrontarsi con la sua sfida finale: non più quella di creare oggetti simbolici, status-symbol, ma oggetti che abitano l`immaginario dei soggetti e che rendano visibile la sua intima contraddizione: desiderare di essere ciò che non si è".

 

dal testo di Marco Senaldi “Il Design Senza Permesso di Soggiorno”